la vita è come il twister mi ha detto fuliggi davanti alla pizza rossa stracolma di frutti di mare.
ammetto, non ricordavo cosa fosse il twister. ma come? –mi ha risposto lui- ti mancano le basi, tesoro!
il twister è un gioco in scatola. a quanto ho capito si basa sulla dinamica del see&touch. cioè nel supporto in cartone diligentemente posto per terra si trovano dei cerchi colorati sparsi qua e là. bisogna appoggiare i quattro arti sui cerchi dai colori che ti sono capitati in sorte. si gioca in un numero maggiore a uno.
vince chi si distorce di più senza cadere.
insomma -dico io- l’obiettivo è quello di aggrovigliarsi.
sì -risponde lui- è l’obiettivo finale perchè tu vuoi farlo. vedi, il gioco cerca di seguire le tendenze dell’uomo di aggrovigliarsi. insomma, è un po’ lo specchio della società. perché poi, secondo me, la società fa in modo che tu possa aggrovigliarti, alla fine l’uomo capisce che è distorto ma è felice.
è più vera di quanto credi -aggiunge lui-.
perchè? -insisto io-.
ma sì dai, siamo tutti un po’ distorti nel modo di pensare. molto spesso siamo anche un po’ lontani da quello che vorremmo veramente. -sentenzia lui-.
perchè? -continuo convinta io-
perchè ci viene imposto. -sorride lui-
e la scelta? -mi rattristo io-
ci viene imposto di non scegliere. cioè faccio prima a non scegliere, perchè scegliere significa cambiamento. -osserva lui-
a me, il cambiamento sembra una gran bella cosa, anche se spesso si accompagna alla solitudine. ma tanto non siamo sempre soli in fondo? dico, soli con noi stessi. è per questo che trovo stupenda la compagnia, quella vera intendo. allora guardo di rimando fuliggi, non mi è sembrato un tipo ostile al cambiamento. e lui capisce che è tempo di metafore.
per me, il mito a cui aspirare è il grande homer.
homer simpson è la perfezione. è un personaggio pieno di difetti ma abbastanza cosciente da ammetterlo. e poi ha un senso dell’amore per la moglie che è invidiabile anche se è una bestia. insomma, il suo sentimento è profondissimo.
già, homer è semplice e profondo, segue la tendenza di aggrovigliarsi ma poi fa quello che gli pare. sa amare intensamente ed è un perdente che si ritrova suo malgrado vincente perché non gliene frega niente di esserlo.
guardo i miei calamari, le mie cozze, i miei gamberetti sulla pizza. è un tripudio di voluttà. ne taglio un pezzo e me lo mangio con le mani. mi piace mangiare con le mani.
ebbene si! Homer!! Chi altri!!!
“can’t get enough
for this wonderful daf”
eh già! non se ne ha mai abbastanza dei pazzi! :*