così è la vita

c’era una ragazza che oggi non c’è più.

questa mattina è morta di cancro al cervello.

lo scrivo qui perché non credo che sia una cosa intima ma pubblica, lo scrivo perché ieri ho ascoltato concita de gregorio, michela murgia e fabrizio gifuni parlare di morte e di come si stia perdendo la semplicità di pronunciare la parola morte, non parliamo poi di cancro tanto più se associato al cervello.

un tabù.

non se ne parla, non si portano i bambini ai funerali. il brutto, il malato, la morte di cui è piena la nostra vita di ogni giorno è bandita dalle nostre parole e piano piano dalla quotidianità finché non ci caschi dentro e ti nascondi dopo che ti hanno ben nascosto.

giusto ieri raccontavo di come io sia andata a molti più funerali che matrimoni, moltissimi di più. per dire che il numero dei matrimoni superano di poco le dita di una mano, mentre ho perso il conto dei funerali. non riesco a capacitarmi di questa cosa. cos’ho che non va? perché non mi invitano ai matrimoni?

ma insomma ho visto tanti morti, sì non pensavo di essere in controtendenza e se penso a me posso dire di essere una persona che ama la vita, non ricordo traumi per aver frequentato i morti, quelli li ascrivo a fatti accaduti coi vivi e spesso dovuti alle parole, a cose dette o non dette.

è anche vero che ho una piccola mania: ogni tanto penso a qualche morto, alle mamme delle mie amiche, ai parenti, agli amici, ai ragazzi che ho conosciuto, li penso e mi ricordo di loro nei momenti inutili, in un momento qualunque di una giornata qualunque che ci è capitata e talvolta ci parlo. tranquilli, non mi rispondono. mi fa piacere ricordarli così com’erano nei loro giorni qualunque. un po’ pirandelliana come cosa forse.

anche di questa ragazza che è morta prima dell’alba mi è venuto in mente uno di quei momenti. un mattino freddo e ventoso mentre percorrevo una strada in macchina l’ho vista in bicicletta andare verso la metropolitana con un viso sorridente e concentrato; faceva un freddo becco e ho pensato che aveva una tempra pazzesca che io manco a scudisciate ci sarei andata in bici e ho pensato a quanto fosse forte oltre che bella. ma come fa? mi sono chiesta. mi viene in mente lei di spalle in bicicletta mentre va.

di piccoli momenti mi piacerebbe che fosse ricordata non nel pianto collettivo di facebook.

certo ognuno ha la sua sensibilità.

così lo scrivo qui. quando morirò spero si faccia una festa e vorrei che tutti si raccontassero le stronzate che ho fatto e detto in vita, spero che tutti ci rideranno su.

12 pensieri su “così è la vita

  1. @maggicacrimi: anche a me fb a volte mette un po’ a disagio; non so bene cosa intendi per toccare il cuore, se parli di emozione o coinvolgimento o sofferenza o cosa ma ti dico che anche a me a volte non coinvolge nel senso moderno del termine, è che credo si debba avere rispetto per la morte, una parola buona per chi resta e per chi va e occhi aperti come dice la yourcenar

  2. “quando morirò spero si faccia una festa e vorrei che tutti si raccontassero le stronzate che ho fatto e detto in vita, spero che tutti ci rideranno su.”

    questo già lo facciamo, tutti i giorni 🙂

    • echenolloso? mi piace divertirvi sempre e per sempre! 😀 lo dicevo nel senso delle parole della de gregorio!!!!!!! ricordi? ricordi com’era stata contenta che le raccontassero cose del padre che non sapeva?

  3. Oggi la morte è più morte, e più personale. Dovrebbe essere pubblica, ma di pubblico non resta davvero molto in una società atomizzata. Di chi abbiamo conosciuto restiamo noi che vediamo loro. E’ bello che tu parli con chi non c’è più, mi pare un sentire profondamente umano. Per ciò che avverrà dopo non ho preferenze, salvo qualche modalità, non mi riguarda molto.

    • mah a me la morte sembra meno morte: o evento mediatico e qualcosa da cui rifuggire; indifferenza o grandi manifestazioni di dolore. la morte è morte e chi muore credo che vorrebbe solo essere accompagnato per mano. credo che ci resta dovrebbe tendere una mano e fare memoria (ma in questo ultimo caso forse più per sé e per chi resterà dopo)

  4. Ila… :’-(

    pensa che io e Ilaria siamo diventati amici facendo pezzi di strada in bicicletta per andare in metropolitana. Ed era dicembre. Tanto tempo fa.
    Che mi è tornato in mente…
    quanto tempo che è passato…
    anche da quando bazzicavo questi lidi

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