c’è che la gente origlia.
e allora è necessario recitare il quotidiano più di quanto tu non faccia o non faresti su un palco.
per salvarli e salvarti.
ci vogliono maschere per andare avanti e storie da mille e una notte per restare.
la tua sincerità fa un po’ la fine della cacca dei miei gatti e tu sei il gatto. hai una lettiera dove fare i bisogni, sistemi la sabbietta in modo che sia bella comoda per sederci sopra; poi rilassi il muso e lo alzi anche il giusto per darti un tono di felicità mentre tiri fuori tutto, alla fine insabbi ma non tantissimo, quel tanto per sentirne l’odore e ricordarti che c’è e che la lettiera è tua, solo tua.
perché soffia questo leggero venticello del disincanto?
aspetta… aspetta… aspettati…
willy mi capita…
ha presente quella canzoncina veneta che fa: …è un vento tiepido che fa solletico al…
ecco era in quel mood lì. vacanziero eh!
aspettatore chi visse aspettando… a dire il vero m’inquieti perché pare vero. che famo? aspettiamo?
chi visse asepttando… non si può dire, come disse Piero, ma l’aspettatore non aspetta. Abbi fede nel “master”.
aspettatore non ho scritto gioconda sulla fronte. a sapere chi è il master. hai qualche idea?
Margot! Tesoro! I miei vogliono assolutamente delle foto per sapere come sono diventati… sai, tra parenti un minimo di contatti si deve mantenere 😉
Pandi Pù, Oscar la lagna e Madre Milia salutano.
Ps: mi piace tanto questo post. ma sono troppo fusa per capirlo fino in fondo… ahimè l’anzzzzzzzzia.
ti racconterò tesoro. invio immediato di bellissimo collage di foto!