è il solito annoso problema della fiducia in se stessi.
[non so se serve un rimedio]
[so che in ogni caso servirebbe un poco di concentrazione e tanta spericolatezza -qualcuno la chiama pazzia-, è come trattenere la paura reale e librerare la paura psicologica. no, non è la stessa cosa]
eh, fiducia in sè stessi
eh! du’ parole! ‘nevvero?
la fiducia c’è e sto’ sè stessi che latita
🙂
ha paura!
già, l’elogio della fuga.
Ultimamente esagero con gli accenti che sia un effetto dell’età? 🙂
sono guizzi dell’età. accenti colorati sulle parole alè e ahò.
leggi “elogio della fuga” di henri laborit.
Mio nonno, dopo la morte di mia nonna, non è stato più lo stesso. La sua lucidità è salita in cielo insieme all’anima di lei.
Una volta però, mentre imparavo ad andare senza rotelle davanti casa ed avevo un sacco paura di cadere, mi disse: “Chiudi gli occhi e tieni stretto il manubrio. Senti le braccia e le mani rigide? Sei tu che le tieni rigide. E finchè le tieni rigide non cadi. E se ti senti stanca e capisci che non ce la fai più, frena, punta i piedi a terra e scendi.”
Ecco cosa so io della fiducia in sè stessi.
tuo nonno era saggio. perché quando sai andare, la prima cosa importante è non essere rigidi, ma se non sai andare lo devi essere. quando ti insegnano di solito non dividono mai i momenti. e poi che bella cosa dire quando sei stanca scendi. secondo me è fondamentale nella vita, sennò ti schianti!
avevo un professore di elettronica, più di elettronica era un professore di vita,
che teorizzava che a volte è importante anche schiantarsi …
tu chiamale se vuoi esperienze
tu chiamalo se vuoli dolore