salvarsi

r: come va a uomini?

io: mah, ho come l’impressione che scappino.

r: davvero?

io: già. ma perché gli uomini scappano?

r: la domanda che dovresti porre è perché fai scappare gli uomini.

sono tornata a casa pensierosa. chissà poi se era quello il punto. ho aperto la porta. la mia libreria inizia dall’ingresso. ho lasciato scorrere la mano sul dorso dei libri. ne ho preso uno a caso. fausta cialente mi ha detto: “ impossibile salvarsi senza perdere qualche cosa”.

32 pensieri su “salvarsi

  1. sono d’accordo gap. di solito quando dico ma mi stai girando la frittata, mi si risponde guarda che sei tu che la stai rigirando. e allora gira che ti rigira la frittata si attacca alla padella per gli esperti o al soffitto per i meno esperti ma cmq non si mangia…ché si sa…quando la frittata è fatta…

    ciao gaddo! che nollo so? r infatti è un uomo…il fatto è che nessuno mai risponde in modo convincente…ma soprattutto io non capisco mai il binomio scelta/lamento. c’è un uomo che mi sa spiegare il perché?

    sammy sono assolutamente d’accordo…è insinuante, mal posta e tendenzialmente volgare

  2. Io dico che sono gli uomini che scappano…è quasi un dato di fatto…non tutti però,per fortuna!
    Salvarsi da cosa?!Dalla paura degli uomini?! 😉

  3. cosa ti perplime kapa?

    normale hai ragione non tutti ma molti, forse troppi.
    io sono della scuola che vuole lasciare spazio al sentimento e alla decodifica personale. però mi piace molto anche il gioco delle carte. così mi piace che ognuno faccia il suo gioco e butti sul piatto le sue carte. a volte dicono che salvarsi è da se stessi.

  4. giusto gaddo.
    ora generalizzo. e lo dico perché mi spaventano le generalizzazioni anche se necessarie quando si socializza, ché sennò si sta zitti e ci si fa i fatti propri.
    detto questo, a me pare che gli uomini se non scappano scelgono le donne di cui lamentarsi. in un certo senso tendono a scegliere donne che piaccono loro di meno ma che conoscono di più come stereotipo. non scappano se la donna si adatta ai loro gusti e alle loro esigenze, cosa che le donne hanno imparato a fare besissimo all’inizio ma poi, ché ovviamente sono persone, o soccombono o tirano fuori quello che sono. a quel punto o soccombe l’uomo, o ci si separa o si trova finalmente una mediazione e troppo spesso l’ho vista rattoppata.

    mi sono spiegata un poco?

    ché gli uomini quando si devono mettere in gioco gli scappa il prurito, a me pare.

    ah dimenticavo non scappano se non li vuoi, allora ti sognano finché li vuoi, poi dopo comincia a suonare quella canzone di mango, “oro”. la conosci? non scappano anche quando hanno il culo parato -vd. alla voce amante- in entrambi i casi la situazione in cui si cacciano e che in verità scelgono, fa sì che si lamentino a dismisura….

    • Mah, non lo so. Secondo me gli uomini, ma anche le donne, non è che scelgono chi gli piace di meno o lo stereotipo più stereotipato. Ho l’impressione che gli uomini, ma anche le donne, scelgano un pò a caso: per pigrizia, per opportunità, perchè sono pavidi, o deboli, o soli. Tutte motivazioni che, quando si sceglie qualcuno per la vita o giù di lì, fanno acqua da tutte le parti. Negli altri casi l’amore (o comunque vogliamo definire in modo inefficacemente sintetico quel sentimento lì, insomma, o quella gamma di sentimenti lì) è costruzione, dunque è sudore e fatica, e dunque gli uomini per questioni genetiche li evitano come il male supremo. D’altro canto, sembra banale ma è così, nulla è cambiato rispetto alla preistoria: l’uomo va a caccia di dinosauri, poi torna a casa e ha una precisa idea di cosa voglia dire riposarsi ed essere lasciato in pace; che non coincide mai con quella della donna. Rassegnatevi, anche se a malincuore: purtroppo la capacità evolutiva del maschio umano è ridotta, e la sua gamma di sentimenti molto più primitiva della vostra. Se la donna accettasse nel profondo il bisogno di isolamento che a volte prende l’uomo, e l’uomo fosse in grado di comprendere il bisogno di intimità che è tipico della donna, credo che molte incomprensioni sarebbero risolte sul nascere.
      Per il resto la tua analisi è lucida e condivisibile, ed è vero che agli uomini scappa il prurito, quando devono mettersi in gioco; salvo che su questioni molto meno importanti come il lavoro, il calcetto o chi deve passare per primo nel casello autostradale con il telepass.
      Consentimi un’ultima riflessione, e scusa se mi rivelo per quello che sono, ossia un grafomane compulsivo: in realtà la vita mi ha insegnato che per la buona riuscita di un rapporto di coppia conta poco l’amore (o comunque vogliamo chiamare quel sentimento attualmente definito dal lavaggio del cervello che i film di hollywood ci fanno da quando siamo in fasce). Sono convinto che contino molto di più l’affinità spirituale, la comunanza di interessi, la risonanza dei sentimenti. Per farla semplice, nei rapporti di coppia ho sempre trovato le stesse difficoltà che avevo da studente in appartamenti condivisi: il problema non è mai stato l’amore o l’affetto, in entrambi i casi, ma la convivenza coatta in spazi ristretti che queste situazioni per definizione impongono.
      Come diceva sempre mio nonno: se proprio devi metterti una sconosciuta in casa, che almeno sia simpatica. E viceversa.

  5. gaddo ho letto tutto fino in fondo! ho vinto qualchecossa? 😉

    scherzo! invece mi fa molto piacere questa disquisizione.

    dico che per me l’istinto è per la sopravvivenza. e insomma per vivere si deve pur imparare a sopravvivere. e questo riguarda il nostro io.
    la scelta delle persone che vogliamo accanto, mi pare che vada un po’ più in là.

    sai a questo punto ho realizzato che forse nemmeno fare figli è un istinto come ce lo vogliono far passare. insomma è un istinto della donna tanto quanto lo è del maschio. è quella voglia di non sentirsi inutili e di poter trasferire a qualcuno quello che siamo e che siamo stati. pensiamo che se sono nostri, perché nati da noi, i figli saranno più inclini ad accettarci.

    ora. se fosse un istinto -quello del cacciatore, dico-, mi aspetterei che tutti indistintamente agissero così. e invece no. dipende dall’educazione. almeno secondo me.
    in generale, si educa male? mmmm, si fa quello che si può, forse. sono maleducati? non tutti o almeno molti manco ne sono consapevoli.
    e se l’educazione ad amarsi, ad accettare le sfide vere e non quelle fatte per aggirare gli ostacoli, a entrare nel vivo delle cose e delle scelte scarseggia, che si fa? si butta la spugna? io direi che tanta gente prima di noi ha percorso tante strade. per questo per me è bello leggere. poi non puoi più scappare. da te stesso dico. e se non scappi da te, non scappi nemmeno dagli altri. penso.

    quindi no, non ci sono scuse per me. c’è solo comprensione.

    ehi, hai visto che sono grafomane compulsiva anch’io?

  6. se fosse,
    la mia domanda è: perchè te li scegli che scappano?

    PS: interessante botta e risposta nei commenti.
    noto come si dia sempre al popolo una valenza di celebrolesi tutti uguali e forse questo è giusto.
    Ci hanno venduto talmente tanti stereotipi che la gente si comporta come ci si aspetta da loro.

    Difficile, ed io lo so bene, seguire la corrente del proprio io

  7. Ti dico una cosa: io, che di figli ne ho due, credo che si, c’entri l’istinto e che si, l’istinto è sia dell’uomo che della donna (e a volte persino più dell’uomo che della donna, come a dire che non esistono regole nemmeno in questo ambito qui). Ma non credo che i figli siano nostri, nè che essenso nostri siano più inclini ad accettarci: per esempio, io credo di aver messo in discussione mio padre, nella vita, più di quanto lo abbia fatto chiunque altro (frattelli compresi). Una delle cose che scopri quando hai figli è che l’amore è un’altra cosa rispetto a quello che ti avevano sempre fatto credere, e che nel rapporto con i figli c’entra poco altro, oltre all’amore pazzesco che provi per loro.
    E allora, tornando a bomba, perchè con i figli uno non scappa (quasi) mai e invece con il partner scappa spesso? Che differenza c’è fra il rapporto con i figli e quello con un uomo /donna? Forse dovremmo ragionare sulle differenti qualità di amore, o comunque vogliamo chiamarlo, o sull’istinto genitoriale atavico che si sviluppa quando fai dei figli; o sul desiderio di costruzione, che è di certo più femminile che maschile.
    Alla fin fine, gli uomini hanno una caratteristica che li accomuna: sono pigri, e spesso anche superficiali. Per cui la domanda fondamentale non è tanto “perchè te li scegli che scappano?”, perchè per definizione gli uomini, se butta male, fanno prima a scappare che a risolvere la questiuone. La domanda forse è un’altra: cosa stai chiedendo a un uomo che ti sta accanto? E prima ancora: che uomo è quello che hai accanto? E’ davvero con lui che vuoi costruire qualcosa? E lui, vuole costruire le stesse cose?
    Ecco perchè sono così convinto che il nonno avesse ragione.

  8. crimilda anche a me piace questo botta e risposta. sì sono d’accordo sugli stereotipi. non so alla fine si fa prima a seguirli e a dire eh!
    sulla domanda che mi dovrei porre ti rimanderei alla risposta di gaddo.

    gaddo tu mi piaci un sacco -nel senso più casto del termine eh, che mi si fraintende poi e nonssiamaiiii!-.
    non credo davvero che gli uomini in generale siano pigri e superficali anche se in tante occasioni lo dimostrano. li trovo invece più egoisti e meno resistenti. tutti siamo pigri e ci piace essere superficiali nelle cose che non c’interessano. non so se è vero. questa è la mia impressione.
    gli uomini hanno più voglia di figli anche perché le conseguenze psicologiche e fisiche per loro sono meno forti e pressanti che per la donna.

    ah lo so che i figli non sono nostri, cioè non sono di chi li fa. un tizio abbastanza famoso diceva che i figli sono figli della vita e che i genitori sono solo l’arco da cui lanciare verso la vita i figli. per questo credo in tutte le famiglie. parlo di adozioni, genitori gay, cugini che crescono insieme, famiglie allargate, pur sapendo e conoscendo bene la valenza del legame di sangue…tutti vogliamo sapere da dove arriviamo e perché e come…
    che poi si mettano in discussione i genitori è fondamentale, rischieresti di farti schiacciare, di diventare un clone e di non sapere mai veramente chi sei. in fondo i genitori che riescono ad essere arco sono davvero pochi…

    e veniamo a me. vabbè facciamo un po’ di outing. non credo che sia fondamentale stare con un uomo -no, non nel senso che sono omosessuale, nel senso che non è necessario avere un compagno-. però è vero che stare bene in due, è meglio di stare bene da soli, ma stare male da soli è meglio che stare male in due.
    hai posto una domanda giusta: cosa chiedo? non chiedo in genere, è anche questo un problema. e se chiedo, chiedo quello che chiedo a me e anche questo non è bene, ché lui è lui e io sono io.
    e infine credo che la gente metta in mostra un lato del proprio carattere e lasci in subordine gli altri, io tendo a mostrarli tutti e questo è decisamente troppo dispersivo e allarmante.
    ma poi per me, che sono femmina, non è possibile prescindere dall’essere attratta dalla testa e dalla pelle -parlo di combinazione chimica, di odore che percepisci qundo sei vicino a qualcuno- che se le due cose non vanno insieme, si vede lontano un miglio che non ce n’è. e quante volte ti capita la combinazione magica?
    non riesco a passarci sopra nemmeno per opportunismo.
    come vedi caro gaddo è un casino. o sono contenta che lo sia…mah! prima o poi il principio del filo lo troverò…

    ma sei arrivato a leggere fino a qui?

    p.s. sì vabbè chissà i maschietti che mi hanno conosciuto cosa pensano di me, ché noi di noi pensiamo delle cose e gli altri vivono magari altro di noi…vabbè, appunto

  9. cambio la domanda, li rincorri? 🙂
    perchè c’è quella strana sindrome che accomuna molte donne dell’innamorarsi dell’uomo bastardo che in fondo non le vuole.
    io sono stata una fuggitiva con chi mi voleva, una che fino a 10 anni fa li cercava con il lanternino quelli che scappavano… o almeno così credevo.
    In realtà non erano semplicemente innamorati.
    E quindi ero io che scappavo anche da quelli.
    E il perchè ora lo so.

    Credo fortemente che ci siano differenze tra uomini e donne ma racchiuderli in una scatoletta non mi pare il caso. magari i maschi son più semplici, come molte delle vignette che circolano in rete.

    L’amore non è tutto quello descritto da gaddo.
    L’innamorato è quello descritto da Neru.
    Mi par di capire che è in questo che non vi troviate, mi sembra che neru parli della prima parte, gaddo della fase successiva.

  10. crimilda 1: eh sì lo dico anch’io e non per esperienza personale. avrei questi cinque o sei casi emblematici…

    crimilda 2: sono contentissima che ci fai da controaltare. mi divertono un sacco sti commenti. ma.
    a) io e gaddo non siamo in disaccordo mi pare
    b) dove ho parlato degli innamorati? qual è il loro profilo? o quale sarebbe?
    c) me lo chiedono in tanti se cerco quelli che scappano. nessuno però mi ha mai chiesto se li rincorro! fantastico.
    dunque vediamo. li ho rincorsi, sono scappata, li ho fatti scappare, li ho avvicinati, li ho allontanati. un po’ tutto direi. come ognuno di noi forse.
    d) se sai un perché me lo spieghi?
    e) se io parlo della prima parte e gaddo di quella successiva è perché evidentemente stiamo dentro quelle fasi lì e sono quelle che ci toccano e che consciamo meglio. ma chetelodicoaffare! 😀
    f) non voglio inscatolare uomini e donne, piuttosto speravo di capire il vento che tira
    g) mi chiedi perché non sono fidanzata? non so. forse è perché non ho mai voluto fortissimamente un uomo. sono una che sta in disparte e osserva, ogni tanto esce e dice occhacchio. a volte ridendo dico che trovare un compagno è un lavoro. e a me quel lavoro lì non è mai piaciuto e non l’ho mai imparato. e poi sono anche altre cose ma questo non interesserebbe né servirebbe ad alcuno.

  11. b) no, era ipotetico. era solo una domanda che mi facevo
    d) eh no vale solo per me 🙂
    f) sull’inscatolamento pensavo di più a gaddo sinceramente, molto deciso nelle sue affermazioni. Tu sei più dubbiosa.

  12. crimilda sarà che mi piace chi ama e piuttosto è coglione che stronzo.
    accidenti, e come fai sapere che vale solo per te?
    io sono dubbiosa per natura, gaddo per me ama la saggezza!

    senti maaaa, e se scrivessimo qualcosa a quattro mani sui diversi tipi di uomini? cavolo sono in astinenza. dovevo scrivere sul love guro con quadrilatero ma mi parte in vacanza e io sto un po’ triste… ahahah
    che dici?

    • si pure a me piace chi è coglione, specie con me. Chi non si arrende con me. Chi è gentile, disponibile. Forse mi piace chi mi ama.
      Per me?
      Facciamo che ci faccio un post, ti spiace?

      NB Ho sottoscritto questo post. Per disiscriverti vai a notifiche commenti via email.
      non mi arriva un’email manco a pagarla 🙂

      • non mi spiace mica! figurati!
        però non ho capito una mazza di quella roba della disicrizione, ma tanto non importa perché mi piace il post!

        p.s. mi pare che la parola magica sia non arrendersi, ché ci sono evidenze ed evidenze, credo

  13. Credetemi, non sono sicuro neanche di cosa ho mangiato ieri sera, figuriamoci di questioni fondamentali dell’esistenza come quelle di cui stiamo parlando. Come tutti, immagino, anche io vado a casaccio, cerco intuizioni, molto più spesso sono le intuizioni che trovano me e ancora più spesso mia moglie mi dimostra con logica schiacciante che quelle che credevo intuizioni sono banalità da bar sport, o mi rivela che qualcuno lo ha già pensato prima (e meglio) di me. Quindi.
    Così come non ho l’impressione di essere in disaccordo con Neru, un pò perchè mi piace molto anche lei, un pò perchè è inevitabile che sulla questione abbiamo punti di vista non differenti, perchè non è vero, ma complementari: perchè stanno discutendo tra loro un uomo e una donna.
    C’è una frase di Neru che infatti mi ha colpito molto: chi ama è piuttosto coglione che stronzo. Mi ha fatto ricordare un episodio della mia vita di studente universitario, quando condividevo l’appartamento con altre persone fra cui un mio celeberrimo compagno di corso. Il quale era un libertino molto gelido, nel senso che per lui non contava molto la trama del film quanto il finale, non so se mi spiego bene. Una sera, entrambi con tasso alcolico elevato, disse (riferendosi a me) che non capiva proprio come ci si potesse innamorare così tanto e con così potente coinvolgimento. Io, che all’epoca (ma anche ora, e non solo in campo sentimentale) ero uno che si buttava a capofitto in qualunque film possedesse una trama decente, e che si divertiva come un matto nell’estasi dell’innamoramento e nel tormento della fine, rimasi abbastanza perplesso. All’improvviso il mio compagno di stanza mi apparve per quello che era: una persona sola, una landa desolata, un’angolo di deserto sterile. Per quante tacche sul fucile di conquistadores avesse piazzato, sarebbe sempre rimasto solo: perchè era solo dentro. E ricordo anche la mia risposta, che all’epoca mi parve brillante ma che oggi mi sembra molto meno pregna di significato: in fondo, mi fa più paura e mi sembra più infelice chi dice di non essersi mai innamorato, piuttosto che chi si è innamorato tanto.
    Il mio amico poi si è sposato con la fidanzata storica (all’esordio avevano diciassette anni cadauno), il matrimonio non gli ha fatto cambiare idea sulla vita e anzi, forse l’ha peggiorata, e dopo due anni scarsi lei ho ha sgamato per la millesima volta e si sono lasciati. Lui adesso vive in un miniappartamento iperaccessoriato in centro, frequenta i locali alla moda e attacca bottone a ragazzine che hanno vent’anni meno di lui. Lei, che è una donna bellissima dentro e fuori, ma che ha pagato lo scotto di vent’anni di quella vita lì, è rimasta da sola.
    Cosa voglio dire con la parabola del compagno di appartamento? Che sono d’accordo, meglio coglione che stronzo. E che alla fine il coglione rischia del suo ma può anche andargli bene, lo stronzo invece non rischia nulla, ma alla fine si ritrova inevitabilmente, incommensurabilmente solo.

    • “mi fa più paura e mi sembra più infelice chi dice di non essersi mai innamorato, piuttosto che chi si è innamorato tanto”
      forse hai ragione, ma forse anche che no.

      che mi piace la via di mezzo, l’equilibrio tra il tanto e il niente. Innamorarsi troppo forse non si ama mai.

      Dall’altro lato dello schermo sembra che tu sia molto deciso. Specie per come hai esordito nel primo commento 🙂 però ti credo

  14. …un proverbio curdo recita
    “chi ha amato molto, amerà sempre molto”
    …ma sarà poi vero?…
    e soprattutto…
    sarà curdo?…

    e comunque “come va a uomini?” è una domanda veramente terribile, questo r. dev’essere proprio una persona insinuante e tendenzialmente volgare, ma soprattutto una persona mal posta

  15. cavolo gaddo, mi verrebbe voglia di abbracciare quella donna lì. quella che oggi è single e fra sé e sé, ma magari anche ad alta voce, ogni tanto dice un bel mavaffanculo…
    hai ragione, lui sarà sempre solo e mal posto, lei no.
    gaddo mi dai speranza. tu ce l’hai fatta.
    ecco non pensare che volessi dire che se ce l’hai fatta tu ce la possono fare tutti. è che tu mi pari un faro illuminante. e scommetto che ti sei messo accanto una che non è solo simpatica, neh?
    daidaidai, facciamo il post a sei mani su uomini e donne! accetto consigli!
    cmq ce ne sono tanti in giro come iltuo ex coinquilino. tanti davvero. due palle!

    uh sophie me l’hai chiesto anche tu? davvero? avevo rimosso sai? 😀
    cmq il proverbio curdo è un gran proverbio. aggiungerei anche: chi ha amato molto sarà anche amato molto. alè.

  16. Dunque Neru, ti sei mai chiesta seriamente perchè tu fai scappare gli uomini?
    E perchè, che so, gli ex non ti invitano al loro matrimonio? 🙂
    E’ un’ipotesi, soltanto un ipotesi:
    Forse perchè a fianco del tuo ego sconfinato non c’è posto per gli altri
    E tutti questi maschietti che scrivono sul tuo blog, che altro non vorrebbero che portarti a letto, al di là delle belle parole (me compreso, intendiamoci), non fanno che ingigantirlo.
    Credo ci sia una sostanziale differenza tra innamoramento e amore, una differenza che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
    Nell’innamoramento ci si prende cura di sè, amare significa prendersi cura di un’altra persona, incondizionatamente, anche nelle difficoltà, nelle scelte
    o quando il prurito incalza.

    r.

    • @ r.

      Forse ho capito male io: le cose che scrivo è per portarmi a letto una donna che non conosco nemmeno di persona? Aspetto di essere certo dell’impressione (sgradevole) che ho avuto, poi magari aggiungo un altro paio di considerazioni.

      @ crimilda

      E infatti c’hai proprio ragione tu, il giusto è nel mezzo. E che all’epoca avevo vent’anni, e vent’anni in meno di adesso. Dunque capiscimi. 😉

  17. 😀
    figurati sophie, m’innamoro ogni giorno.
    cmq a volte non puoi soddisfare il prurito che incalza perché qualcun altro non te lo permette. per fortuna, perché forse quel qualcuno a monte ha fatto una scelta d’amore.

    un mio caro amico psichiatra mi ha detto che quando accusiamo qualcuno anche solo per ipotesi, chessò gli urliamo non ti applichi! sei inaffidabile! è perché vediamo in lui qualcosa di noi che non ci piace.
    da allora quando accuso qualcuno prima rido.
    poi penso che le cose vadano dette. meglio dire che tacere, secondo me. anche quando fa male. primo perché ci scopriamo più forti di quanto non pensassimo e poi, parlando di me, ho scoperto che i miei aspetti migliori sono quelli nati quando non mi si lasciava stare.

    cara sophie detta anche erre puntato, due cose:

    quella erre sopra davvero non sei te
    visto che vai tu al matrimonio…dico…credo basti
    se un mio ex non m’invita, traggo solamente delle ovvie conclusioni e mi spiace per lui che mi voleva convincere d’altro. io credo alle persone, però poi le persone a volte s’incastrano da sole e mica si devono arrabbiare se rido. chiaro, a volte faccio teatro, ma mi piace dusizzare un po’ -dusizzare da duse-.

    sophie dovresti avere capito che il mio non è esattamente un problema. sono una che sta alla porta. e non dirò altro che sennò didg mi cazzia, che non devo parlare di me. dice lei.

    ci sono tanti tipi di amore, e scoprirli è bello. quell’amare che dici tu, significa anche eleggere. uno non ci può restare male se non viene eletto. forse mancava di fiducia.

  18. allora scrivo un ultimo -credo- commento qui.
    avrei voluto pensarci bene, ho deciso invece di non sprecarci un secondo di troppo, così butto giù due parole.

    ho aspettato solo perché attendevo una risposta di errepuntato (detto sophie).
    spero che r. legga sennò va bene uguale.

    r., come direbbe kapa, questa volta hai pesatato una merda, come direi io, hai fatto i tuoi bisognini fuori dal vaso. ché quando scrivi, scrivi (!) e se le tue intenzioni non sono state capite, sarebbe bello capirle, se si son capite, beh…ci siamo capiti.

    io credo che ci sia un’altra differenza che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. la differenza fra il lanciare il sasso e nascondere la mano, e la capacità di fronteggiare le situazioni con responsabilità, di qualsiasi entità esse siano.
    perché a volte quelle che a noi sembrano stupidaggini, per altri sono cose grandi o mediamente grandi, e cose che a noi appaiono immense, altri le trovano banali.

    detto questo, domani divertitevi. quando alzerete i calici, io strizzerò l’occhio e brinderò a tutti i matrimoni.
    la mattina del primo agosto brindo sempre e cmq con del vino bianco. prosit.

    p.s. sull’affermazione che giustamente ha dato fastidio a gaddo, dico pubblicamente che non sei l’unico a dirlo. tutta gente che mi conosce bene e che si professa amica. come se io potessi stimolare solo istinti sessuali. non vi accorgete nemmeno quanto siete offensivi. cmq, almeno, gli altri lo dicono fastidiosamente in privato. sono affermazioni come queste che mi fanno scuotere il capo, e girare le spalle per andarmene per la mia strada. quando qualcuno mi stupirà?
    per fortuna esistono persone come gaddo. ce ne sono altri come lui. di tutte le età. per fortuna.

  19. sei stato eccessivo perché questo, alla fine, è un posto pubblico e molti non sanno nulla oltre le poche righe che sono scitte qui.
    quello che si scrive qui di fatto è decontestualizzato. credo non bisognerebbe sottovalutare il mezzo che si usa e il contesto in cui lo si usa.
    poi spesso non parlo solo di me e quando parlo di me generalizzo, penso a una persona “tipo”.

    detto questo, certamente non volevo ferirti, come tu non lo volevi fare con me.

    l’ho scritto e lo ripeto: preferisco sempre parlare, scrivere, fraintendersi, chiedere, arrabbiarsi, ridere, ritornare sulle cose piuttosto che vivere con indifferenza tutto ciò che ci circonda.

    spero che andremo presto a riderci su davanti a un buon bichciere di vino.

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