ché le ricorrenze commerciali mica mi piacciono. ma poi penso a tutte le donne che non trovano il coraggio di. a tutte le donne che sbattono la capoccia contro un soffitto di vetro. a tutte le donne che hanno fatto finta di pur di. a tutte le donne che abbassano lo sguardo. a tutte le donne che hanno accantonato un pensiero. a tutte le donne che in fondo sperano parole come quelle che branduardi ha musicato per la moglie. ma soprattutto a tutte le donne che sanno come i fatti valgono molto di più.
se tu sei cielo / è a te che tornerò / e sul tuo seno / le ali piegherò…
per il mio sonno sei notte / e sole al mattino / e tiepida pioggia / sulla terra che ho.
se tu sei vento / vento di mare… / prima tempesta / e poi riparo.
il tuo passo leggero / mi segue sulla via, / sei tu che cammini / sulla terra che ho.
se tu sei tempo / con me tu passerai, / bella stagione, / profumo mi darai… / e vendemmia per noi l’autunno che verrà, / poi le foglie cadranno / sulla terra che ho.
ma tu sei cielo / e a te io tornerò / e del tuo seno / il nido mi farò…
sei la strada accogliente / che il mio passo sa già / e sei vento, sei tempo, / sei la terra che ho.
a. branduardi
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Eugenio Montale.
(A proposito di parole che vorrei sentirmi dire, per non parlare di “A mia moglie” di Umberto Saba)
è una delle mie poesie preferite in fatto di tenerezza